Page 103 - Goya y el mundo moderno
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   Valeriano Bozal
La vita di tutti i giorni
Francisco Goya [Cantiere] (particolare), 1812-1820/1823
(fig. 5)
Icartoni1 per arazzi che Goya realizzò tra il 1775 e il 1792 raffigurano i costumi e i giochi di un mondo tanto felice quanto poco verosimile. Usanze e svaghi popolari che hanno per protagoni- sti aristocratici mascherati da majo e maja, vendi- trici d’arance, venditori di terraglie, toreri ecc. sono riproposti nel pieno rispetto dei canoni del rococò e dei temi più in voga nella pittura e nell’incisione del Settecento. Una società idilliaca, poco plausibile mal- grado l’attenzione ai costumi locali, indicativa del gusto della corte e dei potenti.
Nonostante ciò due cartoni colpiscono profon- damente l’attenzione, perché si allontanano dalla nor- ma accettata e si riferiscono ad aspetti non ludici né gradevoli: La nevicata (1786-1787, Madrid, Museo Nacional del Prado; fig. 1) e Il muratore ferito (1786- 1787, Madrid, Museo Nacional del Prado; fig. 2), che solitamente viene associato alla legislazione illumini- sta sulla sicurezza nei cantieri. Di quest’ultimo si con- serva al Prado un bozzetto con una variante signifi- cativa, Il muratore ubriaco (cat. 21), forse più affine allo spirito gioioso dei cartoni (sebbene più comico di quanto il genere non richiedesse, quasi che Goya avesse realizzato un Capriccio “prima del tempo”). Nel bozzetto il ferito è un ubriaco portato a braccia da due compagni ridenti, che nel cartone definitivo hanno un aspetto diverso e appaiono preoccupati. Per il resto la composizione è identica, uguali sono i ve- stiti e alle spalle degli uomini è raffigurata la stessa impalcatura con la carrucola ben visibile.
Il soggetto, un incidente sul lavoro, non era abi- tuale nella pittura dell’epoca ma non del tutto sco-
nosciuto. Fred Licht ha richiamato l’attenzione su due opere che trattano l’argomento: una preceden- te, Un angelo salva un muratore devoto alla Vergi- ne di Giambattista Tiepolo (1744, Venezia, Scuola del Carmine; fig. 3), e un’altra quasi coeva, L’inci- dente di Hubert Robert (1783, Parigi, Musée Co- gnaq-Jay; fig. 4). L’impostazione di entrambe è com- pletamente diversa da quella di Goya. Nella tela di Robert, inoltre, la scena è vista da grande distanza, quasi che l’autore fosse più interessato agli edifici e al paesaggio in generale che non all’operaio che pre- cipita, raffigurato in dimensioni molto ridotte. L’o- pera di Robert rientra nell’ambito del pittoricismo che domina l’arte francese dell’epoca; pur non sfug- gendo del tutto a quell’orientamento, il muratore fe- rito di Goya è molto diverso. Licht scrive: “Goya racconta un fatto concreto. Il soggetto della pittura di Robert è un semplice incidente, un incidente qual- siasi. Il muratore ferito di Goya è un caso unico che non va confuso con nessun altro”2.
Fino a che punto si tratti di un evento concreto è questione discutibile, ma non c’è dubbio che ri- guardo a Tiepolo e Robert l’affermazione di Licht sia esatta. Non è l’unica volta in cui l’artista arago- nese si confronta con questo tipo di fatti concreti; due disegni del Metropolitan Museum of Art di New York presentano un tema affine: [Cantiere] (fig. 5) e [Tre uomini che scavano] (fig. 6), che appartengo- no entrambi all’Album F e sono datati intorno al 1812-1820/1823. Nel primo è raffigurata la costru- zione di un’opera complessa in cui sono impegnati molti operai che lavorano ai vari piani di una gran-
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