Page 113 - Goya y el mundo moderno
P. 113
12 C. Baudelaire, Alcuni caricaturisti stranieri, pubblicato per la prima volta nel 1857 in “Le Présent” e di nuovo nel settembre del 1858 in “L’Artist”. Nel saggio il poeta fa riferimento a un te- sto di T. Gautier apparso in “Le Cabinet de l’Amateur et de l’An- tiquaire” (1842): Franco. De Goya y Lucientes. Gautier aveva già pubblicato un altro articolo intitolato Les Caprices de Goya in “La Presse” (5 luglio 1838), che Baudelaire probabilmente co- nosceva. In alcuni punti il poeta segue Gautier, ma Glendinning ha segnalato una differenza tra i due che è importante ricordare: “È interessante notare le leggere differenze con cui Gautier e Bau- delaire interpretarono E ancora non se ne vanno. Gautier attri- buisce maggiore importanza ai tragici sforzi dei fantasmi che ten- tano di fuggire dalla tomba. Baudelaire, invece, ritiene che l’ani- ma sia vittima di forze soprannaturali maligne. L’anima di Gau- tier è circondata da compagne e tutte insieme lottano contro un identico destino. Baudelaire vede un individuo isolato persegui- tato da tutti quelli che lo circondano, offrendo quindi una lettu- ra più chiaramente soggettiva (e distorta). Forse Baudelaire si ba- sava su un ricordo inesatto della stampa, ma non credo si stesse confondendo con la descrizione fornita da Gautier dell’incisione Nulla appartenente ai Disastri della guerra, come suggerito da Klingender (Goya in the Democratic Tradition, 1948, p. 221). È più probabile che la sua personalità lo portasse a vedere nell’o- pera un senso di persecuzione”. N. Glendinning, op. cit. Glen- dinning ha sottolineato una differenza che, come vedremo in se- guito, risulta molto importante per la definizione del concetto di “grottesco”: mentre l’interpretazione di Gautier insiste sui fanta- smi che cercano di fuggire dalla tomba, quella di Baudelaire è in- centrata sull’individuo isolato perseguitato da quelli che lo cir- condano, che non fugge dal mondo quotidiano, dalla persecu-
zione asfissiante tipica di quella realtà. Nella lettura baudelairia- na non trovano spazio le forze soprannaturali maligne, nel “grot- tesco” non ci sono aspetti sovrannaturali. Per altri versi, il testo di Gautier ci consente di vedere come lo scrittore, operando nel- l’ambito del romanticismo, non ignorasse il realismo goyano an- che se, al pari di Baudelaire, parlava di fantasia. Al contrario, la fantasia si intreccia con il realismo di tipi, figure e costumi che colpirono profondamente la sua attenzione, tra cui vecchie, ruf- fiane, streghe ecc. Tuttavia, queste considerazioni indussero Gau- tier a stabilire una stretta relazione tra Goya e il passato, il ro- manzo picaresco, la tradizione spagnola, mentre noi, invece, pre- feriamo vederlo come anticipatore del grottesco futuro, il nostro. 13 Quelques caricaturistes étrangers [1857, 1858], in Œuvres complètes, II, Gallimard, Bibliothèque de la Pléiade, Paris 1976 (tutte le citazioni sono tratte da questa edizione).
14 Ibid., pp. 569-570 [“Il merito grande di Goya sta nel creare il mostruoso verosimile. I suoi mostri sono nati pieni di vita, di ar- monia. Nessuno più di lui ha osato nel senso dell’assurdo possi- bile. Tutti quei contorcimenti, quelle facce bestiali, quei ghigni diabolici sono pervasi di umanità. Anche dal punto di vista spe- cifico della storia naturale, sarebbe difficile condannarli, tanta è l’analogia e l’armonia in tutte le parti del loro essere”, C. Bau- delaire, Scritti sull’arte, trad. di G. Guglielmi, E. Raimondi, Ei- naudi, Torino 1981]. Mentre il termine verosimile si colloca nel- l’ambito della rappresentazione visuale, il riferimento alla vita- lità rientra nel quadro della natura e della metamorfosi della na- tura: il mostro non emerge, anche se crede sia così, dalla mime- si o qualcosa di simile, è la natura a produrre la metamorfosi da- vanti alla quale il genio, Goya, agisce come un notaio che vi- sualizza ciò che altrimenti viene ignorato.
121