Page 300 - Goya y el mundo moderno
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 zione interna che l’artista può apprez- zare nella propria opera” (À rebours 1999, p. 106). Il 3 maggio 2006, all’età di ottantacinque anni, Karel Appel muore nella propria casa di Zurigo e viene sepolto nel cimitero Père Lachaise di Parigi il 16 dello stesso mese. L.B.Ch.
Bibliografia
Karel Appel, Harry N. Abrams, New York 1980; Karel Appel Sculpture: A Catalogue Raisonné, Harry N. Abrams, New York 1994; À rebours. La rebelión informalista (1939-1968), catalogo della mostra, Museo Nacio- nal Centro de Arte Reina Sofía, Ma- drid 1999.
Frank Auerbach
(Berlino 1931)
Frank Helmut Auerbach nasce a Berli- no il 29 aprile 1931. I genitori ebrei (Max Auerbach, di professione avvo- cato, e Charlotte Nora Burchardt, stu- diosa d’arte) si vedono costretti a in- viarlo in Inghilterra per salvarlo dai na- zisti nell’imminenza della seconda guer- ra mondiale. Il 4 aprile 1939, a otto an- ni di età, Frank dice addio per sempre al padre e alla madre che di lì a poco moriranno in un campo di concentra- mento. Giunto in Inghilterra, entra nel Bunce Court a Lenham, un convitto scolastico per rifugiati nei pressi di Fa- versham (Kent) i cui insegnanti sono per la maggior parte tedeschi, austria- ci o inglesi obiettori di coscienza; qui dimostra già una spiccata attitudine per l’arte e una marcata predilezione per lo stile espressionista. Nel 1947 studia presso l’Hampstead Garden Suburb In- stitute di Londra e collabora con varie compagnie teatrali; nell’ambiente del teatro incontra quella che sarà la sua amante per i successivi ventitré anni, l’attrice dilettante Estella West. Un an- no dopo si inscrive al Borough Polyte- chnic di Londra dove sarà compagno di Leon Kossoff e allievo dell’artista Da- vid Bomberg, il cui stile espressionista e metodo di insegnamento avranno grande influenza sul suo lavoro. In ef- fetti, dopo aver terminato gli studi uf- ficiali, continuerà a prendere lezioni pri- vate da Bomberg fino al 1954. La sua formazione accademica prosegue per quattro anni presso la St. Martin’s School of Arts e poi, insieme con Leon Kossoff, al Royal College of Arts, do- ve rimane fino al 1955. Per la laurea presenta i ritratti intitolati EOW (dal nome di Estella Olive West, general- mente nota come “Stella”), una delle sue modelle preferite. Concluso il pe- riodo di formazione, Auerbach apre il suo primo studio a Fulham Broadway;
successivamente si trasferisce nel vec- chio atelier di Kossoff e infine, dall’e- poca del matrimonio nel 1958 fino a oggi, lavora a Camden Town, a nord di Londra, in quello che era stato lo stu- dio di Gustav Metzger. Nel gennaio 1956 Helen Lessore gli consente di inaugurare la prima personale presso la Beaux Arts Gallery di Londra. I suoi primi dipinti sono caratterizzati da una gamma cromatica ricca di gialli, verdi e marroni stesi sulla tela in spesse tex- tures che, nel corso del tempo, giunge- ranno addirittura a sovrapporsi in un processo di costante riconsiderazione dell’immagine. I soggetti rappresentati lungo tutta la seconda metà degli anni cinquanta sono scene urbane – Oxford Street o la fabbrica di sigarette Carre- ras a Mornington Crescent – e ritratti di Julia Yardley Mills (JYM), una mo- della conosciuta nel 1957. L’anno suc- cessivo Frank sposa Julia Wolstenhol- me, la madre di suo figlio Jacob (Jake). Dopo una temporanea separazione, la coppia tornerà insieme nel 1976. Nei primi anni sessanta Auerbach si dedica allo studio e alla copia di capolavori di Rembrandt e Tiziano; intorno alla metà del decennio lavora a serie incentrate sul Camden Palace Theatre. Negli an- ni settanta i temi non variano: paesag- gi urbani, edifici londinesi, nudi e ri- tratti degli amici più intimi, come Lu- cian Freud. Quest’ultimo – insieme con Auerbach e altri artisti (Kossoff, Bacon, Hockney e Kitaj) – è un esponente del- la cosiddetta “Scuola di Londra”, un gruppo che ha l’unica finalità di rinno- vare la pittura figurativa britannica espungendone i tratti provinciali. Nel corso degli anni ottanta Auerbach ri- prende a lavorare sull’immagine utiliz- zando una particolare tecnica di ra- schiatura degli strati di pittura; le sue tele appaiono in numerose mostre e ri- ceve molteplici riconoscimenti tra cui, nel 1986, il premio della XLII Bienna- le di Venezia in cui rappresenta la Gran Bretagna. Oltre alla retrospettiva orga- nizzata dall’Arts Council britannico nel- la Hayward Gallery di Londra (1978), altre esposizioni rilevanti della sua ope- ra sono: “Working After the Masters” (1995), tenutasi presso la National Gal- lery di Londra, e la retrospettiva orga- nizzata dalla Royal Academy nella stes- sa città nel 2001. Dello stesso anno è il documentario – diretto e prodotto da Hannah Rothschild e dal figlio dell’ar- tista, Jake – che racconta il mondo di Frank Auerbach. Attualmente l’artista vive e lavora a Londra.
G.H.
Bibliografia
C. Wiggins, Frank Auerbach and the
National Galley: Working after the Masters, catalogo della mostra, Na- tional Gallery Publications, London 1995; C. Lampert, Frank Auerbach: paintings and drawings 1954–2001, catalogo della mostra, Royal Academy of Arts, London 2001.
Francis Bacon
(Dublino 1909 - Madrid 1992) Francis Bacon nasce a Dublino il 28 ot- tobre 1909, secondo dei cinque figli de- gli inglesi Christina Winifred e Anthony Edward. Allo scoppio della prima guerra mondiale la famiglia si trasferisce a Londra dove il padre, mi- litare appassionato di allevamento di cavalli, è chiamato a svolgere il proprio incarico. Nel corso dei successivi dieci anni la famiglia vive tra Londra e l’Ir- landa. A sedici anni Francis dichiara apertamente la propria omosessualità e di conseguenza il padre lo butta fuo- ri di casa. Egli decide allora di trasfe- rirsi a Londra, dove si guadagna da vi- vere grazie a lavori saltuari e a un sus- sidio mensile che gli viene inviato dal- la madre. In seguito, il padre lo man- da a Berlino sotto la tutela di uno zio. L’occasione viene sfruttata da Francis, che vive la città in modo estremo, per trasferirsi due mesi dopo a Parigi, do- ve si imbeve della pittura del momen- to e lavora come decoratore e dise- gnatore; visita inoltre una mostra di Pi- casso che gli offre lo spunto per rea- lizzare i primi disegni e acquerelli. Al suo ritorno in Inghilterra inizia a fa- miliarizzare con la pittura a olio e pre- senta i suoi primi dipinti nella più im- portante galleria britannica dell’epoca, la Mayor Gallery di Londra. Il falli- mento delle mostre successive lo indu- ce tuttavia ad abbandonare la pittura e addirittura a distruggere molte delle sue opere. Dichiarato non idoneo al servizio militare a causa dell’asma cro- nica, durante la seconda guerra mon- diale è destinato al Corpo di soccorso della Protezione Civile, anche se la ma- lattia lo costringerà a stabilirsi in cam- pagna. Accompagnato dall’amante, Eric Hall, risiede per qualche tempo a Petersfield, fino a che un rinnovato en- tusiasmo per la pittura lo conduce di nuovo a Londra, dove affitta uno stu- dio a Kensington. La sua carriera arti- stica inizia in quel momento. Nel 1945 espone Three Studies for Figures at the Base of a Crucifixion presso la Lefevre Gallery, scatenando accese polemiche. Nonostante i giudizi contrastanti rie- sce a vendere alcuni quadri e si reca a Montecarlo, dove dà libero sfogo alla passione per il gioco che lo divorerà fi- no al 1950. Ritornato a Londra inse- gna presso il Royal College of Art; lì
realizza il primo dipinto ispiratogli dal- l’analisi del ritratto di Papa Innocen- zo X di Velàzquez, un’immagine dalla quale trarrà circa quarantacinque ope- re. Lo straordinario interesse per Veláz- quez lo induce a visitare il Museo del Prado. Oltre al ritratto, realizza anche un ciclo di dipinti basati sul nudo ac- covacciato, ispirati al suo compagno dell’epoca, Peter Lacy. La sua prima retrospettiva ha luogo presso l’Institu- te of Contemporary Arts di Londra (1955). Espone inoltre a Parigi e in di- verse città italiane. Nel 1958 firma un contratto con la Marlborough Fine Art Gallery di Londra, la galleria alla qua- le resterà legato per il resto della vita. Dal 1961 stabilisce definitivamente il suo atelier in un garage di Reece Mews, South Kensington. La passione per le corride lo porta a creare, tra gli altri, la serie di Study for Bullfight in cui – come nella Tauromachia di Goya, la cui opera ammira – situa l’azione al- l’interno dell’arena. Le sue numerose opere sono esposte in varie retrospet- tive organizzate dai maggiori musei: la Tate Gallery di Londra (1962), il Gug- genheim Museum (1963) e il Metro- politan Museum di New York (1975) e il Grand Palais di Parigi (1971). Al- la vigilia dell’inaugurazione di una sua mostra, l’ex amante, George Dyer, vie- ne trovato morto nella sua stanza d’al- bergo: l’immagine di quella morte ri- correrà in vari suoi dipinti. Nel frat- tempo, altre personali vengono orga- nizzate a Marsiglia, Parigi, Città del Messico, Caracas, Madrid, Barcellona e Tokyo; Bacon è inoltre il primo pit- tore occidentale a esporre le proprie opere nell’ex Unione Sovietica. La se- conda grande retrospettiva dedicatagli dalla Tate Gallery di Londra (1985- 1986) esalta l’artista come “il più gran- de pittore vivente”. Francis Bacon, il pittore del Novecento che probabil- mente ha meglio espresso nella sua opera la tragedia dell’esistenza, scom- pare il 28 aprile 1992 a Madrid a cau- sa di un attacco di cuore. Lascia tutta la sua eredità a John Edwards, che do- na alla Hugh Lane Municipal Gallery di Dublino lo studio di Reece Mews, ricostruito e aperto al pubblico nel 2000.
G.H.
Bibliografia
M. Leiris, Francis Bacon, Polígrafa, Barcelona 1987; Francis Bacon: lo sa- grado y lo profano = The Sacred and the Profane, catalogo della mostra, IVAM, Valencia 2003; Francis Bacon: The Violence of the Real, catalogo del- la mostra, Thames & Hudson, London 2006.
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