Page 33 - Goya y el mundo moderno
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2 Antoni Tàpies, Matalàs, 1971, pittura su materasso, 78,7 ! 154,9 ! 15,2 cm, collezione privata.
3 Si veda G. Moure, Antoni Tàpies: los objetos como concrecio- nes del devenir, in Tàpies. Extensiones de la realidad, catalogo della mostra (Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, 7 novembre - 31 dicembre 1990), a cura di G. Moure, Ma- drid 1990, p. 21.
4 A. Saura, El perro de Goya, Zaragoza 1992, p. 128.
5 Anche Saura, seguendo molti altri studiosi, sostiene che questi glutei indicano inequivocabilmente che si tratta di un corpo fem- minile. Ibid., p. 128.
6 L.F. Földényi, Goya y el abismo del alma (1996), trad. spa- gnola, Barcelona 2008, p. 47.
7 Ibid., p. 41.
8 In ogni caso, come risulta sempre evidente leggendo Glendin- ning, Wilson, Bozal, Gassier, Norström, Muller, Sánchez Cantón e la maggioranza degli autori che si occupano delle Pitture nere, le considerazioni sul Saturno sono basate sulla valutazione este- riore dell’opera nello stato in cui è giunta fino a noi dopo innu- merevoli vicissitudini di conservazione. C’è da sperare che una futura analisi fisica, chimica e documentale esaustiva del quadro e delle Pitture nere nel loro complesso chiarisca molte delle in- certezze che ancora le riguardano.
9 Staccate dal muro su cui erano state tracciate, le Pitture nere furono mostrate per la prima volta durante l’Esposizione Uni- versale di Parigi del 1878.
10 Saturno che divora un figlio, 1797-1798, sanguigna, Museo Nacional del Prado.
11 Ancora una volta è necessario citare Földényi (op. cit., pp. 74- 98), che ha analizzato in maniera approfondita il tema.
12 Questo e altri tre esempi a cui faccio riferimento (Holbein il Giovane, Rembrandt, Géricault) sono stati trattati anche da Földényi (op. cit., pp. 168 e sgg.). Sono obbligato a menzionare lo studioso per la terza volta (e con citazioni aggiunte a poste- riori) perché confesso di aver letto il suo lavoro dopo aver scrit- to gran parte di queste pagine. Sono stato contento delle coinci- denze, mentre i punti in cui dissentiamo hanno ravvivato il mio interesse.
13 L’opera fece parte della collezione di don Luis di Borbone e pertanto Goya doveva conoscerla. Di certo l’artista conobbe il
Tizio di Ribera (1632, Madrid, Museo Nacional del Prado), il cui corpo sanguina appena mentre l’aquila gli mangia gli inte- stini. E sicuramente gli era nota l’incruenta estrazione di viscere raffigurata in una delle tavole della Storia di Nastagio degli One- sti di Botticelli (1483, Madrid, Museo Nacional del Prado).
14 Soprattutto attraverso lo stadio intermedio costituito dal di- segno Saturno che divora un figlio.
15 Autopsia nel senso etimologico del termine: azione di vedere con i propri occhi.
16 Anche Dalí fece esplicite incursioni nella rappresentazione di scene cruente. Una delle sue prime opere surrealiste (la cui col- locazione è oggi sconosciuta) ha per titolo esattamente La miel es más dulce que la sangre (1927). In Pequeñas cenizas (1927- 1928, Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía) la circolazione sanguigna di un torso mutilato esplode letteralmente nell’aria.
17 Questo è il destino che si continua a pensare ebbero le dodici nature morte dipinte da Goya tra il 1806 e il 1812, di cui ne so- no state localizzate undici (cfr. M. Gudrun, scheda di commen- to alle nature morte esposte, in Goya en tiempos... cit., pp. 240- 247).
18 Si veda A. Pérez Sánchez, Pintura de bodegones y floreros de 1600 a Goya, in Pintura de bodegones y floreros de 1600 a Goya, catalogo della mostra Madrid, Museo Nacional del Prado, no- vembre 1983 - gennaio 1984), Madrid 1983, p. 22. Valga come esempio più vicino l’opera di Aertsen, Mercato, appartenente a una collezione madrilena, a cui si fa riferimento nel saggio citato. 19 In realtà, è lo stesso sguardo che sembrano avere le teste di agnello mozzate e quelle degli esseri umani decapitati.
20 Si veda G. Maurer, op. cit., p. 242 [manca la voce bibliogra- fica estesa].
21 L. de Cars, commento alle schede di catalogo di queste tre ope- re, in Gustave Courbet, catalogo della mostra (Parigi, Grand Pa- lais, 13 ottobre 2007 - 28 gennaio 2008), Paris 2007, pp. 424- 427.
22 Nel corso della sua vita, Solana dipinse diverse nature morte con frammenti di carne e pezzi di cacciagione, seguendo quasi devotamente, ma con maggior impeto visuale, la tradizione goya- na.
23 Si veda A. Pérez Sánchez, op. cit., p. 154.
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