Page 57 - Goya y el mundo moderno
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  Susanne Schlünder
Una mostruosità grottesca
Modernità e ambivalenza in Francisco Goya e Francis Bacon
Francis Bacon
Figure with Meat
(particolare), 1954 (fig. 11)
Davanti alla straordinaria complessità e al carattere talvolta contraddittorio dell’arte di Goya, risulta impossibile ridurre l’in- fluenza/potere della sua opera a un solo aspetto, poi- ché tanto i temi e i generi sviluppati dall’artista quan- to il suo approccio e gli stili adottati furono molto diversi: i dipinti realizzati come pittore di corte sono differenti da quelli eseguiti nell’ambito dell’attività privata. Nei tanti aspetti da studiare e sottolineare soltanto uno potrebbe apparire incompatibile pur non essendolo: la sua modernità, segnalata già da di- versi autori (Licht, Bozal) e dall’ultima mostra alle- stita a Berlino1. In effetti, la diversità, la discontinuità e la molteplicità dei punti di vista tanto caratteristi- ca di Goya – tutti elementi tipici della modernità – si erano imposte nell’arte già dal 18002. Intendiamo la modernità come un campo di forze contrarie, di cor- renti antagoniste che plasmano un tutto ambivalen- te3, e l’idea di dispersione, disseminazione di forme e contenuti è in questo senso la più adeguata per avvi- cinarci esteticamente all’essenza di questo momento. Considerare Goya come una figura chiave, nella cui opera si manifesta il carattere specifico della moder- nità significa soprattutto due cose. In primo luogo implica la ripresa dei temi principali dell’artista ara- gonese, quelli su cui si basa la concezione della mo- stra: soggettività, irrazionalità, fisicità e sensualità, violenza e terrore, paura e dignità, per citarne solo alcuni. In secondo luogo presuppone l’analisi delle strategie estetiche di Goya, che ci portano all’ambi- guità e alla polivalenza: non solo i suoi temi sono mo- derni, ma lo è principalmente il suo approccio.
1.
Sotto questo profilo, l’opera Volo di streghe (fig. 3) è un buon esempio per la nostra analisi. In essa com- paiono temi e procedimenti “moderni” destinati a esercitare una forte influenza sulle generazioni suc- cessive. La tela fa parte di una serie di sei piccole ope- re vendute ai duchi di Osuna nel 17984. Si tratta di scene con streghe realizzate su commissione nello stes- so periodo dei Capricci, che attualmente vengono con- siderate vicine ai dipinti realizzati in studio con i qua- li Goya iniziava nel 1793 la sua attività privata5. Le opere che decoravano lo studio della duchessa nel- l’Alameda de Osuna compongono un importante re- pertorio di esempi di cultura popolare e la loro di- sposizione rivela il tono ludico che l’artista esprime- va quando lasciava volare la sua fantasia. La maggior parte di queste tele di piccolo formato – ciascuna mi- sura 43 5 30 cm circa – presenta soggetti immersi nel- l’oscurità, raffigura rituali sanguinosi ed è popolata da tetre figure femminili, per lo più emaciate e senza denti che, tuttavia, non suscitano timore. Il tema del- le opere si configura come un gioco spensierato am- bientato in scenari assurdi, accentuati dai toni chiari che l’artista oppone deliberatamente all’oscurità cro- matica della sua tavolozza. Elementi grotteschi come l’asino che va a ballare di La lampada del diavolo, l’allegro e vigoroso baccante caprone con tanto di co- rona raffigurato nel Sabba (fig. 1), oppure i pipistrel- li di Esorcismo che per la loro prospettiva, aggrappati al mantello di una strega, ci ricordano la piuma del cappello di un buffone, conferiscono alle scene un ac- cento comico-assurdo. Il cromatismo rococò del Sab-
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