Page 209 - Goya y el mundo moderno
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19. Francisco de Goya y Lucientes
Natura morta con costolette, lombata e testa d’agnello, 1806-1812
Parigi, Musée du Louvre
20. Théodore Géricault Frammenti anatomici, s.d. Rouen, Musée des Beaux-Arts, deposito del Musée du Louvre, Parigi
sa in atto sulla retroguardia e nei territori conqui- stati26. Le stampe del maestro aragonese sembrava- no precedenti immediati di ciò che accadeva in quel momento.
I morti già raffigurati da Francisco Goya tor- narono a essere dolorose testimonianze di una nuo- va irrazionalità. E furono molti i pittori che vollero parlarne.
Il galiziano Alfonso Rodríguez Castelao fu uno dei più famosi. I suoi album di disegni evocano spes- so I disastri. Gli uomini che interrano “semi” e non “cadaveri” rimandano esplicitamente a Seppellire e tacere, in cui le figure risaltano sull’orizzonte e il pun- to di vista ci coinvolge direttamente. Este dor non se cura con resiñacion, uno dei disegni della raccol- ta Galicia mártir, presenta forti reminiscenze con la stampa di Goya intitolata Non arrivano in tempo, per quanto, come sempre nelle opere di Castelao, la composizione e il senso tematico risultino più sem- plici. La donna che si lancia nel vuoto esprime tut- to il pathos di Goya, mentre il contadino che in
Baixade, cobardes! (fig. 26) si scaglia contro il ne- mico con un coltello unisce la forza della dispera- zione all’energia della resistenza.
Molto oltre, molto più vicine al maestro arago- nese per il modo devastante di richiamare l’attenzio- ne su una situazione tanto macabra, si collocano al- cune immagini del già celebre Salvador Dalí, il con- traddittorio artista che a quella data aveva già ab- bandonato i vecchi amici, tra cui l’amato Federico García Lorca, al capriccio dei loro avversari. Mal- grado tutto, dobbiamo a Dalí alcune delle immagini più truci del conflitto, e queste evocano il maestro ara- gonese. Mi riferisco, in particolare, a Premonición de la Guerra Civil, nota anche come Construcción blan- da de judías hervidas, per la quale realizzò disegni e studi (cat. XX), che – a prescindere dai possibili equi- voci sulle sue intenzioni a cui alludeva qualche tem- po fa Rafael Santos Torroella – ci offre una visione sconvolgente delle stragi della guerra attraverso un miscuglio di ossa contorte, tibie spezzate, l’orrore di- segnato sul volto... In effetti, poco importa se la Pre- monición daliniana alluda o meno alla guerra civile, ciò che conta in questo caso è l’evidente rapporto con alcune stampe di Goya, con la testa del mutilato di Questo è peggio (cat. XX), o con quella che appare su un ramo in Grande impresa! Con morti! (cat. XX).
Un paesaggio altrettanto desolato fece da sfon- do ai corpi disarticolati, agli arti disseminati che com- ponevano una sorta di scena cannibalesca – su cui aleggia una violenza concettuale simile a quella espressa da Goya – in Canibalismo de otoño, la te- la impressionante dipinta da Dalí tra il 1936 e il 1937 (fig. XX).
Molto meno brutali ma comunque sincere fu- rono le immagini dipinte da Wifredo Lam su questi eventi tanto nefasti. Il pittore, che in quel periodo si trovava in Spagna e visse il disastro dalla parte dei repubblicani, realizzò La Guerra Civil (fig. 28), uno straziante appello contro la nuova irragionevolezza.
Al pari di Lam, altri pittori come Guttuso o Sas- su volsero lo sguardo a Goya per piangere sui tristi fatti di Spagna, ma a differenza di Lam, lo fecero in modo quasi letterale.
Il primo, Renato Guttuso, merita un trattamento speciale in queste pagine perché il particolare omag- gio al maestro aragonese coincide con un cambia- mento nel suo percorso artistico, quando nel 1937 elabora una poetica realista, proclamando “la ne- cessità della naturalezza” come forma d’espressio-
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