Page 212 - Goya y el mundo moderno
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 26. A.D. Rodríguez Castelao Baixade, cobardes!, da Milicianos, 1938 Pontevedra, Museo de Pontevedra
27. Francisco de Goya y Lucientes
Grande impresa! Con morti!, I disastri della guerra n. XX?, prima edizione, 1863
Madrid, Biblioteca Nacional
un sillón gris (fig. 29), un corpo disarticolato che emette un grido silenzioso che Picasso dipinse giu- stamente lo stesso giorno in cui Franco annunciò la fine della guerra civile e la sua vittoria. Come ricor- da Paloma Esteban, quella era anche la vigilia della dichiarazione della seconda guerra mondiale.
Lungi dall’aver imparato la lezione, infatti, l’Eu- ropa proseguì la sua storia di violenza, di guerre spa- ventose il cui raggio d’azione si ampliava progressi- vamente. Scoppiò la seconda guerra mondiale. E quel che è peggio si trattò di un conflitto ancora più cruen- to, più irrazionale se possibile, che provocò stermini di massa, un metodo nuovo e raffinato di uccidere. La storia tornava ad avvalorare il pessimismo goya- no; l’essere umano continuava a praticare la violen- za, perfezionandone l’esercizio fino a limiti intolle- rabili. Come dichiara uno dei protagonisti di Vita e Destino di Vasilij Grossman: “Ho temprato la mia fede all’inferno. La mia fede è emersa dalle fiamme dei forni crematori, ha oltrepassato l’orrore delle ca- mere a gas. Ho visto che non è l’uomo a essere im- potente nella lotta contro il male, ho visto che è il ma- le a essere impotente nella lotta contro l’uomo”32.
Una riflessione terribile che trova eco nei rac- conti pittorici di tanti altri artisti – Kokoschka, Mu- sic, Morris ecc. – che protestarono contro le terribi- li conseguenze di quel conflitto.
Al pari di Goya, Oscar Kokoschka scandagliò gli istinti più perversi dell’essere umano a partire dal lontano 190833, e dopo aver vissuto l’esperienza del- la prima guerra mondiale, dopo essersi schierato a favore dei repubblicani spagnoli, fu costretto a ve- dere la scena europea nuovamente invasa dall’orro- re per effetto delle manie di grandezza di Hitler. Fu allora che il pittore abbandonò Praga per trasferirsi a Londra e continuare a denunciare i disastri del nuo- vo conflitto. E come l’aragonese, usò le armi che ave- va a disposizione, colori intensi e pennellate rabbio- se, per creare composizioni eloquenti contro l’occu- pazione e la parziale distruzione della sua amata Vienna a opera delle truppe tedesche, scegliendo co- me sfondo l’evocativo Alice nel paese delle meravi- glie di Lewis Carroll. Nacque così l’amara allegoria intitolata Anschluss – Alice in wonderland (cat. XX), in cui i protagonisti anonimi e caricaturali di una si- mile barbarie guardano la giovane e bionda Alice dietro una recinzione di filo spinato mentre la città è invasa dalle fiamme. Nessuna di quelle “mario- nette”, neppure la madre che protegge il bambino
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fugge atterrita senza sapere dove andare evoca At- tacco a un campo militare, mentre la casa semidi- strutta ricorda quella di Stragi di guerra, una delle stampe dei Disastri.
Le donne di Goya si riflettono nelle picassiane Madre con niño muerto (cat. XX), Madre con niño muerto II, Mujer llorando (cat. XX) e persino in Ca- beza de mujer llorando con pañuelo I, immagini che, sebbene concepite per Guernica, non furono poi in- cluse nella composizione finale. Donne che piango- no, che urlano davanti alla desolazione della guer- ra, all’infamia della guerra. Come Mujer sentada en
























































































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