Page 305 - Goya y el mundo moderno
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insegna presso l’Art Students League di New York e apre anche una scuola d’arte in casa propria. La sua produ- zione americana, esposta in vari stati, è incentrata su collage composti da ri- tagli di giornali e riviste che ricordano le sue opere del periodo dadaista. Gro- sz riesce ad ambientarsi nella società statunitense, come egli stesso racconta in dettaglio nell’autobiografia A Little YesandaBigNo[Unpiccolosìeun grande no] scritta nel 1946 e pubbli- cata nel 1955. Il 6 luglio 1959, a ses- santasei anni d’età, perde la vita ca- dendo giù per le scale di casa a Berli- no, la sua città natale.
G.H.
Bibliografia
G. Grosz, Un sí menor y un no mayor, Anaya & Mario Muchnik, Madrid 1991; R. Jentsch, George Grosz: los años de Berlín, Electa, Milano 1997.
José Gutiérrez Solana
(Madrid 1886-1945)
José Romano Gutiérrez Solana nasce a Madrid l’8 febbraio 1886. È il quinto figlio di una coppia di cugini: María Manuela e José Tereso Gutiérrez Sola- na. Tra i ricordi angoscianti che se- gnano la sua infanzia spicca il terrore provocato dall’irruzione di un gruppo di uomini mascherati che invadono la sua casa durante il carnevale. Nel 1898, dopo aver studiato disegno con Agustín García del Valle e José Díaz Palma, entra nella Scuola Speciale di Pittura, Scultura e Incisione. Deluso dall’insipienza degli insegnanti si con- sola con la visione delle opere di Goya conservate nell’Accademia di San Fer- nando. Nell’opera di Goya figurano al- cuni dei temi ricorrenti della sua pit- tura: maschere, processioni e tori. Nel 1904 partecipa per la prima volta al- l’Esposizione Nazionale delle Belle Ar- ti, evento cui prenderà parte con rego- larità. Frequenta il circolo del Nuevo Café Levante presieduto da Valle-In- clán. Tra il 1909 e il 1917 risiede a Santander assieme alla famiglia. In que- sto periodo inizia i viaggi per tutto il paese che daranno luogo, nel 1920, al- la pubblicazione di La Spagna nera, nel cui epilogo definisce Goya il miglior pittore del mondo. Altri titoli della sua produzione letteraria sono Madrid. Scene e costumi (1913 e 1918), Madrid callejero (1923), Due villaggi di Casti- glia (1924) e Florencio Cornejo (1926). Dopo il ritorno a Madrid frequenta il circolo di Ramón Gómez de la Serna che immortala nell’opera La tertulia del Café Pombo. Apprende la tecnica dell’acquaforte presso la Scuola Na- zionale di Arti Grafiche e inizia il suo
periodo più fecondo come pittore. Al- l’Esposizione Nazionale di Belle Arti del 1917 ottiene la terza medaglia per Los caídos, e la prima nel 1922 con La vuelta de la pesca. Nel 1920 partecipa al primo “Salón de otoño”. La sua pri- ma personale ha luogo l’anno succes- sivo presso l’Ateneo di Santander. Nel 1922 è invitato alla Biennale di Vene- zia, cui parteciperà regolarmente fino al 1942 (nell’edizione del 1932 con una sala propria). Le sue opere sono espo- ste in numerose mostre d’arte spagno- la che si svolgono all’estero: a Londra (1914 e 1920), Città del Messico (1925), L’Aia (1928), Amsterdam (1928-29), Oslo (1931), Buenos Aires (1935), Parigi (1936 e 1943), Berlino (1942) e Lisbona (1943); e in varie col- lettive: New York (1925, 1926, 1928 e 1938), San Francisco (1927), Saint Louis (1932) e Glasgow (1939). Tra il 1924 e il 1938 partecipa con cadenza quasi annuale alle esposizioni organiz- zate dal Carnegie Institute di Pittsbur- gh, dove consegue una Menzione d’O- nore nel 1933 e ottiene una sala pro- pria nel 1936. Anche in Spagna ha una ininterrotta attività espositiva. Sue per- sonali si tengono a Bilbao (1928), Va- lencia (1929), Barcellona (1932 e 1943), Santander, Torrelavega, Gijón (1934) e Madrid (1935 e 1943); spic- cano le due rassegne tenute presso il Museo d’Arte Moderna di Madrid (1927 e 1929). Partecipa inoltre alle mostre internazionali di Bilbao (1919) e Barcellona (1929), dove riceve il pri- mo premio. Nel 1925 prende parte al- la mostra della Società degli Artisti Ibe- rici, gruppo con il quale tornerà a in- contrarsi a San Sebastián (1931), Co- penaghen (1932) e Berlino (1932). Nel 1928 la sua personale presso la sala Bernheim-Jeune di Parigi è un totale fallimento di critica e di pubblico. Il successo arriva nel 1933 con una mo- stra al Kunstforeningen di Copenaghen in cui vende numerosi dipinti e viene paragonato a Ensor e Munch. Allo scoppio della guerra civile si trasferi- sce con la famiglia a Valencia e realiz- za tre litografie che alludono al con- flitto. Nel 1937 espone nel padiglione della Repubblica in occasione dell’E- sposizione di Parigi, la città in cui si ri- fugia lo stesso anno. Nella capitale francese riscuote un rinnovato succes- so con la mostra allestita nella sala del- la “Gazette des Beaux-Arts”; tra le opi- nioni di importanti critici francesi spic- ca quella di Jean Cassou, che collega il suo lavoro all’opera di El Greco, Goya e Valdés Leal. Conclusa la guerra civi- le, ritorna in Spagna dopo aver aderi- to al Movimento nazionale franchista. Continua a dipingere fino alla morte,
avvenuta il 24 giugno 1945. Viene in- signito a titolo postumo della Meda- glia d’Onore dell’Esposizione Nazio- nale di Belle Arti dello stesso anno. A.C.
Bibliografia
José Gutiérrez Solana, catalogo della mostra, Turner, Madrid 2004; F. Cal- vo Serraller, V. Bozal et al., Solana en las colecciones Mapfre, Fundación Cul- tural Mapfre Vida, Madrid 2005.
John Heartfield
(Berlino 1891-1968)
John Heartfield, pseudonimo di Hel- mut Herzfeld, nasce a Berlino nel giu- gno 1891. Vive un’infanzia poco co- mune, segnata dall’abbandono dei ge- nitori (uno scrittore socialista e un’o- peraia tessile e attivista politica che si vedono costretti a fuggire in Svizzera nel 1896) e dal suo peculiare talento artistico. Inizia la sua formazione co- me aiutante del pittore Hermann Bouf- fier; nel 1908 entra nella Scuola Rea- le Bavarese di Arti e Mestieri in cui in- segnano Albert Weisgerber e Ludwig Hohlwein, due disegnatori industriali che influenzeranno la sua carriera. Prosegue gli studi a Berlino e dal 1912 diventa un disegnatore indipendente e lavora alle copertine di libri tra i qua- li, per un capriccio della vita, quelli del padre. Quando scoppia la guerra mon- diale, Heartfield è costretto ad arruo- larsi nell’esercito con il fratello Wie- land, ma simula un esaurimento ner- voso e viene riformato. Nel 1916 tor- na nella cupa Berlino del dopoguerra e viene assunto come disegnatore pres- so gli studi cinematografici UFA; in se- gno di protesta contro la campagna anglofoba del governo cambia nome in John Heartfield. Lo stesso anno di- viene direttore artistico della casa edi- trice Malik, creata da Wieland. I due fratelli figurano tra i membri fonda- tori del Partito comunista tedesco al- la fine del 1918 e alcuni mesi dopo, nel gennaio 1919, per protestare con- tro l’assassinio di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, John abbandona gli studi UFA e pubblica con il fratello e George Grosz un quotidiano di satira politica subito censurato. Nel 1920 or- ganizza il primo incontro internazio- nale del movimento dadaista a Berli- no e nel frattempo collabora con i giornali del partito come il “Jeder Mann sein eigener Fussball” (1920), per il quale realizza i primi fotomon- taggi. Intorno al 1924 diviene amico di Bertolt Brecht e sposa Barbara Friedman. In questi anni perfeziona la tecnica del fotomontaggio, basata sul collage classico, che i russi El Lissitzky
eRodcˇenkoavevanobattezzato“po- ligrafia”. Data l’insistenza dell’autore sul sistematico ritocco delle lastre fo- tografiche e il suo tentativo di ampliare il significato originale delle immagini utilizzate, la produzione di Heartfield è considerata la più originale nell’am- bito del genere. Dopo aver disegnato le scenografie per opere prodotte da Max Reinhardt ed Erwin Piscator, nel 1927 entra nel comitato editoriale del settimanale “Die Arbeiter Illustrierte Zeitung” o “AIZ” (“Il giornale illu- strato dei lavoratori”), per il quale rea- lizza oltre duecento fotomontaggi sa- tirici in cui prende di mira sia il Parti- to nazista sia le istituzioni della Re- pubblica di Weimar che ne consento- no l’ascesa. A Stoccarda, nel 1929, partecipa a una grande mostra foto- grafica; nella sala che gli viene dedi- cata campeggia il suo slogan: “Usa la fotografia come arma!”. Nel 1930 e nel 1931 visita l’Unione Sovietica e do- po l’ascesa dei nazisti al potere nel 1933 si trasferisce nell’ex Cecoslovac- chia, dove lavora per “AIZ” fino a che la rivista interrompe la pubblicazione e, nel 1938, si trasforma in “Die Volks Illustrierte Zeitung” (“Il giornale illu- strato del popolo”). L’avanzata del na- zismo nel 1938 lo costringe a trasfe- rirsi in Inghilterra e alla fine del 1939, a guerra già iniziata, organizza la sua mostra più famosa: “One Man’s War Against Hitler”, presso la Arcade Gal- lery di Londra. Durante il conflitto mondiale realizza il lavoro più rap- presentativo della sua carriera: una cri- tica feroce del Terzo Reich e in parti- colare della figura di Adolf Hitler. La- vora come illustratore freelance a Lon- dra fino al 1948, quando gli viene of- ferto il posto di docente di satira gra- fica presso la Humboldt-Universität di Berlino. Fa ritorno in patria con l’aiu- to del fratello Wieland e di Brecht; a Berlino disegna scenografie per il Ber- liner Ensemble e altre compagnie tea- trali. Stefan Heym si batte a lungo per il riconoscimento pubblico dell’opera di Heartfield, ma fino al cambiamen- to del clima politico l’artista resta nel- l’ombra. Nell’ottobre 1956 diviene membro a pieno titolo dell’Accademia tedesca delle Arti e viene reintegrato nel partito. Nel 1957 la sua mostra “John Heartfield und die Kunst der Fotomontage” riceve un premio na- zionale. Nonostante le cattive condi- zioni di salute e vari infarti, Heartfield continua la propria attività per diver- si anni, visita regolarmente la Cina (dove gira il suo primo film, un’opera autobiografica) e cura le proprie mo- stre. Muore a Berlino il 26 aprile 1968. S.L.
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