Page 51 - Goya y el mundo moderno
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  6. Francisco de Goya y Lucientes
Il 2 maggio 1808, 1808 [1814?] Madrid, Museo Nacional
del Prado
  la fotografia e dalle immagini documentarie guar- diamo Le fucilazioni, Il 2 maggio 1808 e le incisio- ni dei Disastri della guerra come istantanee di un re- portage e in maniera più o meno esplicita chiediamo loro lo stesso grado di verità. Goya è presente, lo si voglia o meno, in qualsiasi testimonianza grafica sul- le bestialità della guerra, ma il suo metodo di lavo- ro, anche fosse solo per motivi tecnici, non ha nien- te a che vedere con quello del reportage, e non ci mo- stra lo stesso tipo di verità. Neppure Manet parte- cipò all’esecuzione in Messico dell’imperatore Mas- similiano e ancor meno Picasso al bombardamento di Guernica, eppure l’impatto delle opere cui ci rife- riamo non lascia alcuno spazio per i giochi di de- strezza e le vaghezze della finzione; proprio come av- viene in un altro supremo capolavoro della narra- zione della verità, Luci di bohème di Valle-Inclán, in cui, come altrove, una madre urla la propria dispe- razione con il figlio morto tra le braccia.
Il 2 maggio 1808 e Le fucilazioni ci appaiono più veri perché non esistono schizzi, né fonti lette- rarie precise, né antecedenti visivi. Ma il confronto
con L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano di Manet ci può essere assai utile per verificare il mo- do in cui l’immagine che sappiamo per certo “co- struita” si impone con l’immediatezza della foto scat- tata da un testimone oculare. C’è un punto rilevan- te: Goya è un predecessore di Manet, un modello al quale senza dubbio il secondo si ispirò, come alla Maja desnuda per l’Olympia (“Ora vedrete per dav- vero una donna nuda”, sembra dirci: non una dea o una qualche allegoria che vi consenta di coltivare la lascivia e mantenere la decenza, guarderete senza al- cun alibi). Ma l’ispirazione, in entrambi i casi, non è tanto formale quanto di atteggiamento e di meto- do: è doveroso raccontare ciò che è accaduto anche se non lo si è visto con i propri occhi, anche se ci si basa su testimonianze altrui, a volte di seconda o ter- za mano, o si utilizzano modelli e motivi tratti dal- la tradizione. È doveroso raccontare le cose proprio come avvengono non nei mondi ideali della mitolo- gia e della storia, ma nel presente, senza le velature poetiche dello stile, senza le certezze corruttrici del- la propaganda, sotto la stessa luce cruda in cui si
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