Page 77 - Goya y el mundo moderno
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5. Francisco Goya
La marchesa de Lazán, 1804 circa
Madrid, Casa de Alba
6. Jacques-Louis David
Ritratto di Henriette
de Verninac, 1799 Parigi, Musée du Louvre
sì come la intendevano i pittori romantici più noti. Bastano lo sguardo di sufficienza, la testa girata e appena alzata, l’espressione e il profilo del busto ben definito per fare dell’Autoritratto di Delacroix (cat. 12) l’immagine di un artista, il prototipo dell’artista romantico. Queste caratteristiche lo allontanano da Goya, che ricerca l’individualità fisica e mentale (che è anche fisica) dei suoi soggetti, il passare del tem- po, la condizione personale più che gli attributi del ruolo sociale (che peraltro non ignora né disprezza). Probabilmente gli autoritratti dell’artista aragonese possono essere paragonati solo a quelli di David, in cui la compattezza fisica non nasconde la lucidità e la serietà dello sguardo, in un equilibrio che fa del- l’artista francese un pittore e un borghese nello stes- so tempo: Autoritratto (cat. 14).
Il ritratto è un genere cruciale nello sviluppo del- la modernità che ha inizio nel secolo illuminista e continua a evolversi nell’ambito della borghesia ot- tocentesca. Senza di esso i borghesi non avrebbero un’immagine di sé in cui guardarsi e riconoscersi. Dove altrimenti sarebbe possibile percepire i valori mostrati dalla figura, dalla percezione immediata di se stessi? Il ritratto moderno si orientò poi verso il neoclassicismo davidiano più rigoroso (la Spagna non fu un’eccezione sotto questo profilo); non tan- to quello che si osserva nel Ritratto di Henriette de Verninac (1799, Parigi, Musée du Louvre; fig. 6), ideologico all’eccesso quasi voglia resistere oltre l’e- poca in cui fu realizzato, quanto piuttosto quello molto più convincente del Ritratto di Antoine Mon- gez e della moglie Angélique (1812, Parigi, Musée du Louvre; fig. 7), che consente di apprezzare le pos- sibilità realiste del ritratto neoclassico, la sua natu- ra di immagine verosimile, l’opportunità di espri- mere una retorica di ciò che è attendibile che sia al contempo retorica sociale, del ruolo svolto nella so- cietà (un aspetto fondamentale per una borghesia che si nobilitava coltivando il gusto per l’antichità, le arti e le lettere e poteva così far parte di un’ari- stocrazia elevata quanto quella di sangue). Rimane- vano indietro dipinti forse incompleti come l’Auto- ritratto dello stesso David (1794 circa, Parigi, Mu- sée du Louvre) o il Ritratto di Louise Trudaine (1791-1792 circa, Parigi, Musée du Louvre; fig. 8), più vicini alla sensibilità attuale, che rivelano l’esi- stenza di possibilità diverse da quelle consolidate al- l’interno dell’opera dello stesso David e da quelle ca- ratteristiche dei suoi allievi e seguaci.
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